L'ultima Chiesa che fu fatta costruire ( sul finire del XVIII sec.) nel nuovo
Misterbianco, fu dedicata al culto di Sant'Orsola o della Carità e fu fortemente voluta
dal sacerdote Giuseppe Privitera, il quale fece acquistare, oltre la campana grande, molti
arredi sacri.
Si prodigò, anche, per la costituzione della confraternita di S. Orsola (oggi non più
esistente); fondata nel 1794, ma il suo riconoscimento arrivò solo nel 1852; esistette
fino al 1940 circa ed ebbe sede ovviamente nella chiesa di S. Orsola.
A ricordo e gratitudine, l'allora Comitato di
Sant'Orsola, estintosi nel XX secolo, fece dipingere il ritratto del Cappellano; oggi
conservato nella stessa. Ubicata in Via Matteotti, adiacente la P.zza Sac. G. Longo, il prospetto guarda in direzione Ovest. Durante la seconda Guerra Mondiale fu occupata dagli Inglesi per essere utilizzata come ospedale; venne sconsacrata e successivamente, dopo il periodo bellico, venne ripristinato il culto. |
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Al suo interno si trovano pregiati quadri raffiguranti
la Madonna della Consolazione, quadro proveniente dall'antico Comune; S.Agostino e un
pregiato organo. Conserva la statua in gesso di S.Lucia, la cui devozione è stata voluta dalla Duchessa di Misterbianco Donna Lucia Trigona originaria di Siracusa, cui dedica una festicciola rionale. Custodisce le salme dei Duchi Trigona morti nel 1693 durante il terremoto che distrusse gran parte di Catania. |
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A destra si nota il nuovo Gonfalone del Partito S. Orsola; primo
partito fondato per onorare il Santo Patrono. In esso è rappresentato il martirio della Santa e gli angeli che portano i segni distintivi ( la mitra, il bastone pastorale e la croce pettorale ) che rendono evidente l'unione del Partito con S. Antonio Abate |
All'interno della Piazza Sac. G. Longo e lungo il marciapiedi della Via Matteotti, è ubicato l'antico abbeveratoio, che agli inizi del secolo scorso era il ristoro degli animali che rientravano dal duro lavoro nei campi.
Dalla localizzazione del manufatto, ne discende che la Porta o l'ingresso Sud
del paese iniziava dove si trova alloggiato l'abbeveratoio, in quanto, agli inizi del
secolo scorso, la Via Matteotti non incrociava la Via Plebiscito, come oggi.
La vecchia strada che portava fuori dal paese, nelle campagne, dopo aver lasciato la Via
Matteotti, proseguiva per Via dei Mille per scendere da "Rocca" ed oltrepassare
la fornace Guglielmino.
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