Chiesa Matrice

MARIA SS. DELLE GRAZIE

La Chiesa Madre, eretta a parrocchia nel Giugno del 1926, è intitolata a Maria SS. delle Grazie, si affaccia sulla Piazza Giovanni XXIII guardando in direzione Sud; ha un prospetto largo 22 metri ed è lunga circa 50 metri. E' costituita, all'interno, da tre navate ed ha pianta a croce latina.
I lavori di costruzione ebbero inizio intorno alla seconda metà del '700, successivamente alla ricostruzione del paese; furono ultimati, nel 1906, con il completamento della facciata principale realizzata dall'architetto Santi Bandieramonte.
La cupola che misura un'altezza di circa 45 metri, realizzata dall'architetto G. Marchese, fu ultimata nel settembre del 1835.
Nella realizzazione di questa Opera parteciparono professionisti e maestranze di provata esperienza, fra i quali dette il proprio gratuito contributo il maestro muratore Arena Domenico, compaesano, detto Biscari e soprattutto la volontà ferrea di quei misterbianchesi che si impegnarono nella realizzazione di un progetto così ardito e robusto architettonicamente.
Imponente è la statua della Madonna delle Grazie realizzata sul posto nel 1938 ad opera dello scultore M. Moschetti; posta esternamente nella loggia, della facciata, ricavata sopra il portone centrale.
Lo stesso scultore curò i bassorilievi del Cristo Re, dei Santi Pietro e Paolo ubicati nelle lucette sopra le tre porte della facciata.
Al di sopra della loggia si trova il campanile che ospita il campanone, fuso intorno il 1400, proveniente dal paese distrutto.
L'interno della Chiesa è ricco di affreschi, sculture e quadri; sontuoso è il mausoleo in cui vi è seppellito il VI Duca di Misterbianco, nella persona di Trigona Ioppolo Alberto.

La dedica in rilievo posta alla base dice:

AD ALBERTO TRIGONA IOPPOLO SESTO DUCA DI MISTERBIANCO
GENTILUOMO DI CAMERA DI S.M.FERDINANDO II
DELLA PATRIA E DELLA FAMIGLIA
BENEMERITO
IN RICONOSCENZA LA MOGLIE E I FIGLI
LI 12 MAGGIO 1856


Interno Proveniente dalla distrutta Chiesa Madre è una delle due acquasantiere che sono poste all'ingresso della navata centrale e si possono ammirare nella odierna Madonna delle Grazie.
Nella foto, di sinistra, sono ben visibili: la navata centrale, il pulpito, l'abside e il catino.
Di pregevole fattura è il pulpito ligneo, ubicato ad una colonna della navata centrale e vicino all'altare principale.
Pulpito ligneo

Nelle due navate laterali, sono stati realizzati in tutto otto altari marmorei, di cui tre laterali e una Cappella per ogni navata.
Dall'ingresso, nella navata di sinistra, il primo è dedicato a San Francesco d'Assisi, la cui statua, posta in una nicchia, sovrasta l'altare.

Il secondo altare, è dedicato a San Gaetano, il cui prezioso e sovrastante quadro, foto a sinistra, proviene dal distrutto Comune.
A destra, tela raffigurante S.Antonio Abate, opera, del 1883, del concittadino Andrea Anfuso, ubicata sull'altare dedicato al Santo Patrono.
Tela ad olio cm 300x215

Infine, nell'abside, la Cappella dedicata al SS. Sacramento con pregevoli affreschi ad opera del Barone.

Soave è la statua marmorea della Madonna delle Grazie, posta sull'altare della cappella destra, realizzata nel tardo 1500, dallo scultore F. Mendola della scuola del Gaggini.
Come, altrettanto, sontuoso è il baldacchino marmoreo che sovrasta il battistero, anch'esso in pregiato marmo che si può ammirare, entrando, nella navata di destra.


Nella navata di destra, il primo altare è quello dedicato a Sant' Antonio da Padova con la statua del Santo alloggiata nella nicchia sovrastante.
In corrispondenza di dove si trovava la porta orientale, è stato ricavato l'alloggio della statua lignea dell'Immacolata Concezione.

Sul successivo, si erge la pregevole tela, proveniente dal distrutto Comune, raffigurante San Francesco con le Anime del Purgatorio.
Il terzo altare, è dedicato alla Madonna degli Ammalati ed è sovrastato dal quadro dipinto dal Barone e raffigurante la Madonna.

Nell'abside, la Cappella della Madonna delle Grazie, le cui pareti sono state affrescate dal concittadino G. Giuffrida.
L'autore del trittico di affreschi che impreziosiscono la volta della navata centrale e che di seguito vengono riportati, sono opera del pittore
Giuseppe Barone ( Vedi Capitolo a parte ) il quale affrescò, anche, la nicchia o cameretta che custodisce il simulacro di S.Antonio Abate ( Vedi Capitolo a parte ) risalente al settecento.

L'affresco di destra è il primo, entrando dall'ingresso principale, del trittico e raffigura San Rocco che assiste e invoca la Madonna per gli infermi di un lazzaretto.
L'affresco di sinistra è ubicato, guardando l'altare maggiore dall'ingresso principale, al centro della volta e raffigura l'Assunzione della Madonna.
Nella parte inferiore dell'affresco si nota l'Arcangelo Michele che scaccia l'Ucifero dal Paradiso.
L'affresco, a destra, il più vicino all'altare maggiore, rappresenta l'oratoria e la predicazione di S.Antonio Abate.

Sulla porta centrale è situato l'organo ottocentesco realizzato dalla ditta Giudici di Bergamo; da dire, che la sua originaria ubicazione fu sopra l'altare maggiore; quando iniziarono i lavori di pittura e di affresco dell'abside l'organo fu smontato e numerato in ogni parte per essere definitivamente ubicato nella posizione attuale.

La navata centrale e sullo sfondo la balaustra con l'altare maggiore, in marmo pregiato, per come era stato posizionato e ideato dai nostri concittadini al momento della realizzazione della Chiesa.




Altrettanto importante è l'enorme telo in lino, a Tila,che copre l'intera luce dell'altare maggiore, dal pavimento alla volta e da un pilastro all'altro, con una superficie di circa mq.100 e misura esattamente m 14 x 7, tessuto intorno il 1811, dipinto dal pittore Bartolo Ferro nel 1813, raffigurante la deposizione di Gesù morto dalla croce, che gelosamente viene conservata ed esposta al pubblico, solamente, in occasione della Quaresima.
Il sabato santo, durante la celebrazione della Messa, al cantare del Gloria in Excelsis Deo la Tela veniva lasciata cadere scoprendo nello stesso tempo la statua del Cristo Risorto eposta sull'altare maggiore; oggi, la si espone solamente, per evitare danneggiamenti.
La foto, inoltre, mostra l'adeguamento e la nuova posizione dell'altare maggiore dopo la riforma liturgica in cui il celebrante non volta le spalle al pubblico.

Altrettanto pregevoli e raffinati sono gli oggetti sacri o argenti che gelosemente vengono custoditi fra gli arredi, nel patrimonio, chiesastico.

Nella foto, a sinistra, il fiore all'occhiello che ci viene tramandato dal distrutto Casale, la Corona della Madonna delle Grazie in laminato argenteo e cesellata a sbalzo.
E' stata realizzata nel XVI secolo in Acireale, infatti porta impresso lo stemma di quel Comune, dallo scultore Alfio Strano.
A destra, l'Incensiere in argento cesellato; misura cm.20 x 10 e risale alla fine del 1500.
Ostensorio in argento lavorato in rilievo con impugnatura in ottone.
Si suppone che sia stato realizzato dall'incisore messinese G. Fucà.
A destra, un Calice, in stile barocco, realizzato in argento finemente cesellato.
Nell'impugnatura e alla base sono state rappresentate scene della passione di Cristo: Gesù nell'orto degli ulivi, condannato da Ponzio Pilato e che cade sotto la croce; viene utilizzato nelle ricorrenze festive.
Reca lo stemma di Messina e misura cm.30 x 14.
A sinistra, Pisside sempre in lamuna d'argento lavorata in rilievo e cesellata in stile neoclassico.
Altro Ostensorio in argento con componenti in rame dorato e la croce, in oro, posta alla sommità.
Alla raggiera vi sono state applicate coppie di cherubini.
Alla sommità dell'impugnatura è posto il globo su cui poggia il pellicano, simbolo di immolazione per i figli, che fa da tramite tra l'umano e il divino.

Sopra, l'inconfondibile reliquia di Sant'Antonio Abate, lavorata in argento con componenti in rame dorato.
Nel polso si legge la data della realizzazione: 1720, mentre sulla base si legge: P. Auteri G.




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